Junkwook Grace Rim

Artist

 

 

When you first see Grace Rim’s paintings, your attention gets caught within the sinuous lines of her childlike design, simple and sincere. The artist’s intention is to transform art into a personal narrative through the use of basic organic forms, which all end up being a representation of the different facets of life. Rim, a New York based Korean/American, is interested in how the flat surface can be articulated as a form of expression that relates to the process of learning and experience. And this is what works in her paintings: the experience of it. Each and every work is an aspect of her character, each and every work takes you into a different world, each and every work makes it see it from a different perspective, and you end up being caught into this vortex of deep emotions, written poetry, tough sentences about lost love, or unintelligible signage, and it may not make much sense hic et nunch, here and now, but you know it will in time. And time is what you need in order to experience each line of her drawings, each stitch in the sewing process, each word of self-healing she wrote and painted to enrich you.

 

 

Quando incontri la pittura di Grace Rim per la prima volta, la tua attenzione cade tra le linee sinuose del suo design infantile, semplice e sincero. L’intenzione dell’artista è di trasformare l’arte in una narrativa personale usando forme basilari ed organiche, che finiscono per tramutarsi nella rappresentazione iconografica delle mille sfaccettature della vita. Rim, una ragazza coreano-americana di base a New York, fonda la sua ricerca sull’interesse nel come la superficie piana possa divenire forma d’espressione attraverso l’apprendimento e l’esperienza. Ed è proprio l’esperienza la parola chiave che fa vibrare il suo lavoro. Ogni tela rivela un aspetto del suo carattere, ogni disegno riporta ad un mondo a sè, ed ogni dipinto te lo fa vedere da una prospettiva diversa. Questo vortice di emozioni forti, segni inintelligibili, poesia scritta, dure sentenze su un amore perduto, possono pure non avere alcun senso nell’hic et nunch, qui ed ora, ma qualcosa ti dice che col tempo qualcosa cambierà in te, e questa esperienza ti raggiungerà. Il tempo è ciò di cui si ha bisogno per apprezzare pienamente ogni linea delle sue forme, ogni punto del suo cucito, ogni parola di self-healing impressa nella tela, che, inconsapevolmente, non può fare altro che arricchire.

 

Originally published in Collezioni Sport & Street, 2006

 

(c) Stefano Pasquini