ANITRA
HAMILTON
artist
Stefano Pasquini
Anitra Hamilton’s supercool
artworks explore the themes of territoriality, hierarchy and ownership, always
with a certain sarcastic and funny angle. Anitra, happily living in allegedly
the most democratic country of the world (Canada) is aware that violence has
always existed, and probably always will, in society. So she builds atomic
bombs that ridicule the very idea of war, or questions the very existence of
the happy parades of North America, specifying that their initial value is one
of superiority. Optimistically encouraging a transformation of thinking in the
viewer, she admits she can’t offer a solution of any sort, but uses skepticism
as a positive reaction to an increasingly ill society. So she informs us that
Ireland is the third-leading purchaser of baseball bats, when they play no
baseball, or presents us with a Bomb ride toy that kids can run instead
of the usual boring plane. With the usual sarcasm she wore the shoes of a
gallerist with her Satchel Gallery project, just to mock the famous Saatchi.
Hers consisted of a yellow bag that she would take around exhibition openings
to “hijack them discreetely” by extracting a beautiful art object in the middle
of the vernissage. By inviting a different artist to showcase work in her
satchel at every exhibition, Hamilton almost automatically created a networking
environment within the Toronto art community, which eventually she had to stop
to pursue a residence in Bavaria. Considering her t-shirt about the Vietnam war
that sported the sign: “I lost both legs in Nam and all I got was this lousy
medal”, who knows what she will come up with from Hitler’s land.
Le
opere supercool di Anitra Hamilton esplorano i temi della
territorialità, della gerarchia e del possesso, sempre con un certo accento
sarcastico. Anitra, che vive felicemente nella nazione presumibilmente più
democratica del mondo (il Canada), è consapevole che la violenza è sempre
esistita, e probabilmente esisterà per sempre nella nostra società. Così costruisce
una bomba atomica che ridicolizza l’idea stessa di guerra, oppure mette in
discussione l’esistenza stessa delle felici parate nordamericane, specificando
che il loro valore iniziale era basato sul concetto di superiorità. Incoraggiando ottimisticamente
una trasformazione del pensiero nello spettatore, Anitra ammette di non poter
offrire nessun tipo di soluzioni, ma usa lo scetticismo come reazione positiva
ad una società sempre più malata. Così ci informa che l’Irlanda è il terzo
importatore mondiale di mazze da baseball, pur non praticando il baseball, o ci
presenta il gioco Bomb ride in cui i bambini possono cavalcare una bomba
vera, al posto del solito areoplanino. Con lo stesso sarcasmo ha indossato i
panni del gallerista nel progetto Satchel Gallery (Galleria Tascapane), facendo
il verso al più famoso Saatchi. Questo consisteva in una borsa gialla che
Hamilton portava in giro per inaugurazioni, per poi “dirottarle discretamente”
estraendo un magnifico oggetto d’arte nel bel mezzo del vernissage. Invitando
diversi artisti ad esporre nella sua borsa ad ogni mostra, Hamilton ha così
creato, quasi automaticamente, un ambiente di networking nella comunità di
Toronto, che eventualmente ha dovuto cessare per conseguire una residenza
d’artista in Baviera. Considerando la maglietta che aveva prodotto sulla guerra
del Vietnam con la scritta: “Ho perso entrambe le gambe in Nam e tutto quello
che ho ottenuto è questa stupida medaglia”, chissà con cosa salterà fuori dopo
una permanenza nella terra di Hitler.